Ricomincio da tre

Anno:1981
Regia:Massimo Troisi
Soggetto:Massimo Troisi, Anna Pavignano
Musiche:Pino Daniele
Interpreti:Massimo Troisi, Lello Arena, Lino Troisi, Fiorenza Marcheggiani.


Trama:
E' la storia di Gaetano (Massimo Troisi) che un giorno decide di partire da Napoli per Firenze, ospite della zia, in cerca di esperienze nuove. Cerchera' in questo luogo di ricominciare non da zero ma da tre, perche' almeno le due cose che gli sono riuscite nella vita non le vuole perdere. Insieme a vicissitudini passate anche per "merito" di Gaetano (Lello Arena) che lo raggiunge a Firenze, conoscera' Marta (Fiorenza Marcheggiani) con cui decide di vivere e far da padre al figlio che lei aspetta.

Curiosita':
Girato con un budget minimo (400 milioni circa), fu un fenomeno cinematografico. Esilarante, divertente ed espressivo apprezzato molto anche ai non-napoletani nonostante il linguaggio usato nel film sia costellato di dialoghi in dialetto.
In un cinema di Roma rimase in cartellone per ben 600 giorni, un vero record.
Le gesta e le espressioni sono tipiche della commedia dell'arte napoletana che vide in Toto' e De Filippo i maestri ed in Troisi il continuatore.

I critici cinematografici:
Valerio Caprara su "Il Mattino" del 7 Marzo 1981:
La faccia, i gesti, i gags del giovane Gaetano, alla ricerca del non si sa che cosa al di la' del vitellonismo provinciale, sono equilibrati in tonalita' crepuscolari che rompono il cliche' partenopeo di "tutti disoccupati, latin lover o camorristi".

Goffredo Fofi su "Il Manifesto" del 27 Marzo 1981:
....c'e' un personaggio che mi pare nuovo e non volgare, e che addirittura potrei dire, in campo comico, il personaggio piu' nuovo e rappresentativo, cioe' sociologicamente e antropologicamente piu' dentro ai nostri anni, dai tempi del Sordi anni cinquanta.

Lino Micciche' su "L'Avanti" del 19 Marzo 1981:
Certo, a conti fatti, il film e' piu' un condensato di situazioni che un racconto lineare, piu' una aggregazione di spunti felici che una storia ben strutturata. Ma alla base di un materiale così indefinito e precario, Troisi e' riuscito a costruire un film non solo di grande finezza, ma anche di notevole densita'.






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Umberto de Fabio
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