I Gigli di Nola

'O juorno cchiu' bello

Siamo giunti alla Domenica.

La giornata inizia alle 9 del mattino con la celebrazione della S.Messa vicino ai gigli. Quindi gli uomini della paranza prendono posto sotto la base inserendo delle barre di varie lunghezze (fino a 6mt) con uno spessore di 12cm. Dalla casa del "Maestro di festa" vengono portati in Piazza del Duomo.

Qui il Vescovo, in processione con il busto del Santo ed i gonfaloni delle otto confederazioni, benedice i Gigli e, dopo un breve discorso, rientra in Duomo.
Dopo una breve sosta per il pranzo si da il via alla ballata dei gigli.
Dalla piazza del Duomo il giglio dell' ORTOLANO, seguito in ordine da SALUMIERE, BETTOLIERE, PANETTIERE, BARCA, BECCAIO, CALZOLAIO, FABBRO, SARTO , inizia il suo giro per le vie della citta'.
Il percorso seguito e' lo stesso da secoli e prevede varie prove che mettono in risalto le qualita' della paranza guidata dall'abilita' del capo paranza. Lungo il percorso si fanno varie soste per fare riposare la paranza e permettere il cambio degli uomini. Si fanno vari giri a 360°, si fa "Paranza (spostamento del giglio) a destra e a sinistra, si fa sobbalzare il gilgio una o due volte, e, prova importante, al grido "cuoncio cuoncio e jetta" del capoparanza, si lascia cadere a terra il giglio cercando di far vibrare la punta dello stesso il meno possibile.
Da questi comportamenti i giudici di gara disseminati lungo il percorso, valutano e votano.
Fatica e sforzo sono enormi. Ma gli uomini della paranza riescono persino a cantare mentre trasportano il giglio. Si procede quindi per Via S.Felice facendo varie soste, mentre i musicanti cantano la canzone del giglio ed altre canzoni napoletane.

Giunti all'incrocio con Via Senatore Cocozza,(vista dall'alto) si incontra la prima difficolta'. Per attraversare l'incrocio si devono togliere uomini e barre laterali perche' il punto e' molto stretto.
Si prosegue per Via A.Leone con canti e balli della gente che precede il giglio. Si giunge così in uno dei punti piu' difficili dell'intero percorso : la girata delle Carceri.
Qui si vede la vera abilita' del capoparanza a la vera forza della paranza. Si iniziano a vedere i primi segni della fatica con la comparsa delle gobbe dovute allo strofinamento delle barre sul collo.

Si deve far compiere al giglio un giro di 180° in uno spazio strettissimo senza fare urtare le barre contro il muro che e' stato, per l'occasione, dipinto di bianco per evidenziare eventuali "toccate".

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Un passaggio effettuato senza urti vale l'esultanza degli uomini della paranza.


Si procede per Via Meriliani e Via Tansillo. Qui si sosta fino al sopraggiungere di tutti i gigli in coda.
Si ripercorre Via S.Felice nel senso inverso al precedente, quindi per Via S.Paolino si giunge a Piazza M.G.Marcello.
Una breve sosta e si riparte per l'ultima prova: Vico Piciocchi.
Gli uomini sono stremati, ma bisogna superare questo vicolo senza sosta, senza barre e uomini laterali, altrimenti tutto e' stato inutile.
Molti gigli si inclinano durante la corsa, qualcuno urta anche i cornicioni dei palazzi adiacenti, ma non bisogna fermarsi per nessun motivo!
Superato questo ultimo ostacolo, si riporta il giglio in piazza del Duomo o lo si lascia in Via T.Vitale.
Al passaggio dell'ultimo giglio, quello del Sarto, sono circa le otto del mattino del giorno dopo.
Ma la festa continua il giorno dopo con:
'A strusciata : uomini e donne non di paranza, stisciano i gigli lasciati a via T.Vitale fino a piazza del Duomo.
'O colpo 'e core : dopo alcuni giorni di sosta in piazza, i gigli vengono spogliati dei rivestimenti e smontati.
Ma non c'e' tempo per i rimpianti, sono gia' stati assegnati i gigli del nuovo anno ai maestri di festa : la gente si prepara ai festaggiamenti.......

Gonfaloni.


Gonfaloni.
Napoletanita'.


Umberto de Fabio
udf@mclink.it